Rinunciare all’incarico

Così come quando avevo iniziato, anche il 200° post tratta dell’argomento che forse mi ha più condizionato (in negativo) in questi ultimi tempi: il lavoro…
E non è un caso che in questo momento stia scrivendo DAL lavoro perchè DI lavoro non ne ho da fare…pagato per non lavorare, come sempre.
Stimolato anche dalla visione del consigliato “Vangelo secondo precario”, mi sorge il dubbio che effettivamente due siano i punti fermi per noi dipendenti precari: il primo è che l’unica arma di difesa che abbiamo è quella di essere delle “puttane”, ovverlo darla al miglior offerente, ed avendo la coscienza molto più pulita dei nostri datori di lavoro senz’altro non possiamo ritenere il nostro comportamento sbagliato; e la mia, come quella di molti altri, (s)fortuna è quella di aver sempre guadagnato così poco (e per poco tempo) dal nostro lavoro che non abbiamo mai nemmeno pensato di fare grossi investimenti, tipo la casa per vivere per conto nostro, forse sì l’abbiamo immaginata, ma per permettercela dovremo aspettare tempi migliori.
Aspettare…è questo il problema del sottoscritto: che aspetta, aspetta senza far niente per cambiare le cose, aspetta che arrivi qualcuno che non solo gli dia un bel lavoro, ma che lo paghi bene, lo faccia lavorare il giusto e comunque non più del dovuto, che lo tratti bene, con dignità e rispetto, che non gli affidi compiti da segretario ma che lo responsabilizzi e gli dedichi il tempo dovuto alla sua formazione.

Ooops…stavo sognando… :sleep2:

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