Ho bisogno di molto riposo


Uno si sveglia presto, si fa la barba, si fa la doccia (bè, non era proprio necessaria, in effetti), si mette uno dei migliori maglioni che ha, la sera prima si era preparato ben bene quello che doveva dire, nella borsa ha tutto l’occorrente, arriva al lavoro con grandi speranze (no, non era il libro di Dickens l’occorrente nella borsa) ma anche senza avere la certezza, installa quello che deve installare, si sistema, fa partire il programma giusto e aspetta…aspetta…aspetta…
Poi, dopo ore di vana attesa, l’unico altro essere umano nell’ufficio, preso da manie di pulizia, decide che è arrivato il momento di fare la polvere sotto le scrivanie, e tu che è il momento di farsi un “bel” caffè. E LEI che è il momento di scriverti. Ma tu sei alla macchinetta, e la polvere è tanta (non sarò Pig-Pen, ma quasi). Scendi, vedi l’icona che hai atteso le ore prima, ma è troppo tardi, lei non ha tempo da perdere, per lei il tempo è denaro, o almeno così dice. E quel caffè, quel maledetto schifosissimo caffè, te lo ricorderai per tutto il resto della vita. Ironia della sorte, due giorni prima, scherzando, avevi scritto, credendo di fare una battuta “ah, stai facendo la pausa caffè?”

In un film che non c’entra un cazzo, una giapponesata clamorosa, a una bambina di poco più di 10 anni viene messa in bocca questa frase, un po’ alla maniera dei Peanuts, che dicono cose da grandi pur essendo eterni bambini.
“Gli esseri umani, quando incontrano una grande felicità, possono iniziare ad avere molta paura. Essere felici richiede più coraggio che la perseveranza della sofferenza.” E credo rispecchi quello che mi sta succedendo.
Ragazzi, sto proprio crollando…

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