Cose per la testa

Non ce l’ho con gli altri (almeno stavolta). Non ce l’ho nemmeno con me stesso, essendo il mio un desiderio e probabilmente un bisogno primario dell’uomo, almeno a guardarsi un po’ in giro e a vedere ogni tanto la pubblicità o qualche trasmissione televisiva di cui non sono senz’altro il target (o sì, se vogliono fare del sarcasmo pesante).
Insomma, mi rivedo un po’ in Schroeder nell’avere pensieri e grilli per la testa che esulano completamente dal contesto in cui ci troviamo, da quello che stiamo facendo in un preciso momento, insomma dalla nostra incapacità o spesso volontà di non concentrarci e focalizzarci su quello che magari controvoglia stiamo facendo (a Schroeder come a tutte le noccioline è stato risparmiato l’ambiente lavorativo) in un luogo dove spesso non vorremmo essere.
Ma ciò che ci differenzia (o che Shultz ha deciso di rendere peculiare in Schroeder) è l’atteggiamento che abbiamo nei confronti delle persone, anche quelle (che riteniamo) molto vicine, alle quali per gran parte sostanzialmente non frega un cazzo di quello che ci interessa e per l’istinto primario di cui sopra vogliamo condividere con loro. Schroeder non sembra minimamente turbato dalla cosa: imperterrito continua ad oltranza a proporre i suoi argomenti, con quel pizzico di superiorità (ma mai arroganza) che i suoi amici notano ma che non gli fanno pesare. D’altro canto lo stesso Charlie Brown è “vittima” spesso dell’indifferenza altrui, in misura minore Linus con le sue parabole bibliche.
Ovviamente nella mia realtà è tutto l’opposto: l’indifferenza mi pesa, e non fa che aumentare la consapevolezza che se non ci sono persone con le quali condividere i “luoghi e i momenti che ti tolgono il respiro”, tanto vale tenerseli tutti per sè, ed anche se ciò non equivale necessariamente a vedere le cose con il DOPPIO (o triplo, o n-plo) dell’intensità, senz’altro riesco a vedere il DOPPIO delle cose. E coniugare quantità e qualità non è cosa semplice, soprattutto quando si punta al massimo per entrambe.

Quasi dimenticavo: sia io che Schroeder ce l’avremmo avuta pure la persona giusta in grado di stare ad ascoltare per ore i nostri discorsi, le nostre esperienze, anzi magari voler condividere una o tante di queste. Ma noi testoni alle nostre Lucy non volevamo dare retta.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *