Giorni utili per le compere

Sentivo proprio la mancanza di una bella festa ultra-consumistica, di quelle che smuovono di botto l’economia, il mercato, che fanno arricchire i commercianti e impazzire i commessi più o meno precari, che mettono in luce il superfluo mascherato da “bontà”, in cui il “pensiero” più si materializza in qualcosa di costoso più è sentito, in cui tutti sentendosi più buoni mandano messaggini caritatevoli il cui ricavato va tutto nelle casse delle compagnie telefoniche e nei portafogli di chi organizza queste azioni di bene…e potrei andare avanti per giorni a vomitare bile sulla festa più ipocrita dell’anno. E non ho detto nulla sul personaggio del quale ricorre l’anniversario della nascita
Già l’anno scorso il campanello d’allarme era stato talmente forte che l’avevo sentito pure io…più trovavo i regali che mi ero prefissato di fare, più aumentava una forma di depressione-contrappasso, causata non dall’aspettativa di regali in cambio, nè dall’esborso economico (che mi si creda o no) ma da molti fattori non ultimo quello di essermi volente o nolente immerso in una “massa” che non mi appartiene nè cui appartengo, che mi rifiuta (ricambiata, lo ammetto) con sempre maggiore perseveranza.
Lo so, lo so…persino il nano che si sta appropriando del mio cervello all’interno della mia scatola cranica mi sta dicendo “E allora? Se non vuoi fare regali, non farli!”, ma non si può comunque rimanere indifferenti agli stimoli ambientali, a meno di non rinchiudersi in una stanza senza elettricità e con la batteria del portatile e del cellulare scariche…ed uscire a festività concluse.
Ah, è vero, non posso…non ho giorni di ferie.

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